A partire dal 1° luglio 2024, Booking.com ha attuato una decisione significativa che avrà un impatto sull’industria dell’ospitalità: l’eliminazione della clausola di parity rate per adeguarsi al Digital Markets Act dell’Unione europea. . Una norma che ha l’obiettivo di regolamentare le gatekeeper, ovvero le grandi piattaforme online che controllano l’accesso ai mercati digitali.
Cosa comporta questo cambiamento?
Prima di esaminare le implicazioni e l’impatto previsto sulle prossime vacanze estive, è utile fare un passo indietro per chiarire cosa si intende per Parity Rate e perché per le strutture in Francia e Italia questa non è da considerarsi una novità.
Parity Rate in breve
La parità delle tariffe, o “parity rate,” richiedeva che gli hotel fissassero lo stesso prezzo per le camere su tutte le piattaforme di distribuzione, indipendentemente da dove gli utenti effettuassero la prenotazione.
In passato, questa strategia commerciale era un prerequisito per le strutture che volevano essere presenti su piattaforme di distribuzione come Booking ed Expedia.
Questa clausola imponeva pertanto agli albergatori e ai gestori delle strutture una strategia commerciale uniforme.
Cosa cambia su Booking
Con la rimozione del parity rate, gli hotel europei guadagnano maggiore flessibilità. Possono ora scegliere se adottare prezzi coerenti su tutte le piattaforme o proporre tariffe diverse, anche più basse di quelle riportate su Booking.
Con l’inclusione di Booking.com nell’elenco delle aziende soggette al controllo dell’accesso ai mercati digitali, e con il Digital Markets Act dell’Unione Europea, le associazioni degli albergatori, che hanno da sempre contestato la clausola del parity rate, possono finalmente ritenersi soddisfatte.
Un chiaro diritto alla concorrenza che rappresenta un passo significativo per l’industria alberghiera in Europa a vantaggio sia degli hotel che dei viaggiatori.
L’abolizione della clausola di parità delle tariffe avrà un impatto anche sulle prenotazioni delle prossime vacanze estive. Vediamo gli aspetti principali.
Differenziazione delle tariffe: Gli hotel possono ora offrire prezzi diversi su diverse piattaforme. Ad esempio, potrebbero proporre tariffe più convenienti su piattaforme meno conosciute o durante periodi di bassa affluenza. Questo potrebbe attirare nuovi clienti e migliorare la redditività.
Promozioni mirate: Senza restrizioni sulla parità delle tariffe, gli hotel possono creare promozioni mirate per attirare clienti su piattaforme specifiche. Ad esempio, potrebbero offrire sconti esclusivi solo su Booking.com o Expedia aumentando la visibilità e l’attrattiva della struttura su determinate piattaforme.
...e in Italia?
In Italia, così come in Francia, la Parity Rate era già stata abolita il 4 agosto del 2017, con l’approvazione del Ddl Concorrenza.
Tuttavia, l’eliminazione della parity rate a livello europeo potrebbe comunque avere degli effetti anche per il nostro mercato:
Aumento della concorrenza: Gli hotel italiani dovranno competere con strutture di altri paesi europei che ora possono adottare strategie tariffarie più flessibili. Questo potrebbe spingere gli hotel italiani a rivedere le loro politiche di prezzo per rimanere competitivi.
Offerte personalizzate: Gli hotel italiani possono ora personalizzare le offerte in base alle esigenze del mercato locale. Ad esempio, possono adeguare le tariffe alle specifiche stagioni turistiche dell’Italia.
L’abolizione della clausola del parity rate offre agli hotel una maggiore flessibilità e l’opportunità di adattarsi meglio alle esigenze del mercato e dei viaggiatori. Quali opportunità e nuove strategie pensate possano emergere alla luce di questa novità?
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